CARAVAGGIO. La bottega del genio, Roma


  Una mostra sperimentale basata su ricerche e su un' inventario delle robe del 1605, che elenca i beni posseduti dal pittore nel 1605. È da queste fonti, si comincia il racconto delle tecniche ipotetiche usate da Caravaggio; ricreazione di luce che illumina i suoi modelli, riproduzione di modelli sulla tela, utilizzazione di strumenti ottici, specchi e lenti.

Vengono messe in opera quattro ipotesi di ricostruzione delle tecniche esecutive di Caravaggio utilizzando come modelli sculture in vetroresina: dalla Canestra di frutta al San Girolamo scrivente, dal Bacchino malato alla Medusa. Le prime tre ipotesi saranno in relazione alla Canestra e si baseranno sul ricorso a lenti, fori stenopeici - un semplice foro posizionato al centro di un pannello che funge da obiettivo - e specchi per la proiezione del soggetto sulla tela come guida per l’esecuzione pittorica, ma soprattutto come mezzo per osservare la realtà. La quarta ipotesi consisterà nell’ impiego di uno specchio piano, il cosiddetto specchio grande citato nel prima ricordato Inventario delle robe, usato come piano di riflessione per i modelli.

 
 Una mostra molto interessante dal punto di vista scientifico. Ti lascia proprio sorpreso il fatto che il meccanismo della camera oscura sia stato scoperto in quel epoca; però allo stesso tempo anche un po' perplesso dal punto di vista artistico, siccome dubita in una certa maniera le capacità di grandi pittori di storia come Caravaggio.

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